Piscina? Se interrata non deve rispettare le distanze
T.A.R. Puglia
Categoria: Edilizia
Con un recentissimo arresto i giudici pugliesi tornato a ribadire che la disciplina sulle distanze, come disegnata nei suoi caratteri essenziali dalla normativa contenuta nel codice civile (art. 873) e integrata dalle N.T.A. degli strumenti urbanistici comunali, risponde all’esigenza di prevenire la creazione di intercapedini dannose.
Sicché non può evidentemente trovare applicazione rispetto ad interventi che si sviluppano completamente sotto terra e rispetto ai quali quest’esigenza è elisa in radice, qual è una piscina interrata.
La giurisprudenza si è prevalentemente espressa in tal senso e proprio di recente, la quarta Sezione del Consiglio di Stato ha ribadito che la nozione di costruzione, nell'ambito delle norme che disciplinano le distanze legali, comprende qualsiasi opera non completamente interrata ma che abbia i caratteri della solidità ed immobilizzazione rispetto al suolo.
Negli stessi termini si è espressa da ultimo anche la seconda Sezione della Cassazione civile, precisando che ai fini dell'osservanza delle norme in materia di distanze legali stabilite dagli artt. 873 e ss. c.c. e delle norme dei regolamenti locali integrativi della disciplina codicistica, deve ritenersi costruzione qualsiasi opera non completamente interrata avente i caratteri della solidità, stabilità ed immobilizzazione rispetto al suolo.
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